STRASBURGO – ITALIA: 1 – 0. LA CORTE EUROPEA A FAVORE DEI NONNI BISTRATTATI DALLA GIUSTIZIA ITALIANA

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Interessante sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo nel procedimento Manuello et Nevi contro Italia.

Leggendo la sentenza si potrà notare come due nonni hanno invano cercato di ricucire i rapporti con il loro nipote, rapporto strappatosi a causa di vicende giudiziarie del proprio figlio, già dal lontano anno 2002.

I nonni, destinatari di provvedimenti sfavorevoli da parte della giustizia italiana, invocano l’articolo 8 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che, rubricato “Diritto al rispetto della vita privata e familiare” così recita:

1. Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza.

2. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblicanell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui.

La Corte Europea accoglie il ricorso dei nonni evidenziando le lungaggini di una giustizia nazionale; le contraddittorietà dei provvedimenti dei giudici e la inadeguatezza del sistema.
In buona sostanza, nella specie (ma chissà quanti altri casi simili non saranno stati portati e non verranno portati all’attenzione della Corte Europea) lo Stato Italiano non ha fatto tutto ciò che poteva fare per ripristinare il rapporto nonni-nipote.
E per tale fatto condanna l’Italia a pagare una indennità.
Condanna simbolica (16.000,00 euro) visto che con i soldi non si potrà mai colmare un vuoto affettivo nei rapporti umani, soprattutto familiari. Una condanna che ancora una volta ci dovrebbe far riflettere sulle vere cause della inefficienza della nostra giustizia.
Se si legge la sentenza integrale si potrà toccare con mano la affannosa ricerca di questi due nonni che inseguono un loro desiderio: desiderio di amare il loro nipotino. Desiderio di amare il loro nipotino che raggiungo solo dopo tredici anni. Ogni altra parola è superflua
Per leggere il testo integrale della decisione (in lingua francese) clicca qui
Avv. Filippo Pagano (f.pagano@clouvell.com)
managing partner at clouvell (www.clouvell.com)
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